Immaginate di essere al castello Sforzesco di Milano, alla corte di Ludovico il Moro, intorno al XVI secolo; è la vigilia di Natale, i saloni sono addobbati, la tavola imbandita a festa. Dalle cucine arriva ogni ben di Dio: maiali, capponi, cervi e prelibatezze di ogni tipo. L’allegria regna ovunque, fra saltimbanchi e giocolieri che rallegrano il duca ed i suo ospiti. Il momento più atteso da tutti è l’entrata in sala della pasticceria: aspetta, aspetta non succede nulla! Per capire il perchè bisogna far capolino nelle cucine ducali. Qui il maestro pasticcere piange disperato: la torta a sette piani che aveva progettato per la festività e da cui bramava fama e ricchezza, è bruciata. Fra la disperazione si leva la voce e l’ingegno dell’umile sguattero, Toni, il quale aveva messo via per sè un po’ di impasto di farina con il quale intendeva prepararsi un dolce per le feste. Il giovane propone al capo cuoco di preparare un dolce proprio partendo da qual panetto lievitato. Ottenuto il consenso, unisce altra farina, tuorli d’uovo, zucchero, burro, vaniglia, uvetta sultanina, scorza d’arancia e cedro. Impasta, lascia lievitare ed inforna: la magia si compie. Al Duca, che ormai attende da tempo, può essere servito un dolce dall’aspetto mai visto prima, semisferico, alto e marroncino. Il Duca in persona, incuriosito, ne taglia la prima fetta e rimane stupefatto dalla sofficità, dal profumo e dal colore dorato. Lui ed i suoi ospiti ne sono stregati ed applaudono soddisfatti. Il capo cuoco ammette che la ricetta non è sua ma di un garzone, Toni: il duca, chiede di conscerlo per complimentarsi personalmente. Alla presenza del duca, Toni è intimorito a tal punto da non risucire a proferir parola nemmeno quando gli viene chiesto il nome di quel dolce così delizioso. “Lo Baptiziamo pan de Toni”, esclama allora il duca.
Questa è solo una delle tante leggende sulla nascita del panettone ma è quella che più mi piace e diverte. Poi c’è quella di Suor Ughetta, del giovane Ughetto, di una risoluta camarerista…
Poi ci sono le storie moderne, queste fortunatamente non sono d’invenzione, legate a chi, con passione, rispetto, coerenza ed un occhio al futuro, porta avanti la tradizione del dolce più amato del Natale: ci sono realtà come quella della IDBgroup– Giovanni Cova&C. , Borsari ed Antica Pasticceria Muzzi) che ci preparano anno dopo anno splendidi panettoni. Qualche tempo fa, come vi ho raccontato presentandovi la ricetta delle stelline di panettone con salmone affumicato, ho avuto modo di visitare i loro laboratori, di sentire il profumo del panettone mentre viene preparato, di vedere quanto è bello il suo impasto fatto con cura, di stupirmi per le infinite varietà che la passione e l’ingegno di questa azienda studia e produce.
Chissà se Toni avrebbe mai immaginato cosa si sarebbe scatenato dal suo informare quel po’ di impasto lievitato?! Se avrebbe mai immaginato a quante trasformazioni, gusti e anche forme avrebbe dato origine?!
Ogni anno, ammetto, mi piace provare un panettone diverso, anche inusuale a volte; mai però manca in casa mia la versione classica, la mia preferita: a lei torno sempre, sarà perchè in casa dei mie genitori era l’unica che entrava, tradizionalisti come erano. Al limite mio padre si concedeva ina crema in accompagnamento, quella della centrale del latte di Milano: solo i bambini milanesi cresciuti se la ricorderanno: su le mani chi di loro almeno una volta non si concesso questo delizioso abbinamento! Ma si sa, visto che sono una curiosa nata, ogni tanto mi azzardo in qualche “interpretazione” del panettone: così oggi complice il panettonestory contest indetto proprio da IDBgroup ho pensato di proporvi un panettone che unisce le mie due passioni: la cucina e la vacanza, soprattutto quella al mare. Ho portato con me il panettone ai Caraibi, ad incontrare cocco, ananas e rum in un Panettone Pina Colada meravigliosamente buono, dove i sapori ed i profumi degli ingredienti si sposano alla perfezione portando l’energia e la positività del sole nelle uggiose giornate invernali.
Ingredienti per 4 persone
4 fette di panettone Antica Pasticceria Muzzi
50 g di zucchero
3 fette di ananas
60 g di cocco essicato
10 g di burro
1 cucchiaio di rum
1 albume
Preparazione
Mondate l’ananas, tagliatelo a dadini molto piccoli ed il più possibile di uguale dimensione fra loro.
Sciogliete in una pentola antiaderente una noce di burro ed unitevi l’ananas. Aggiungete il rum e lasciate evaporare. Mettete nella pentola anche 30 grammi di cocco disidratato e lasciate cuocere tutto per una decina di minuti.
Tagliate 4 fette di panettone e, utilizzando un piccolo coppapasta, ritagliatene 8 tondi. Mettete sul fuoco una padella antaderente e, quando sarà ben calda, mettete il panettone a tostare leggermente.
In una terrina montate l’albume e lo zucchero e quando il composto sarà simile ad una glassa, incorporate delicatamente 30 grammi di cocco disidratato.
Disponete sul panettone un cucchiaio di composto di ananas ed un poco di meringa. Io l’ho messa utilizzando semplicemente un cucchiaio perchè volevo un effetto “rilassato”, molto caribbean relax style; se preferite ottenere la classica forma delle meringhe usate la sac a poche. Infornate i dolcetti nel forno preriscaldato a 200° per 5 minuti fino a che la meringa non comincerà a colorarsi. Sono buonissimi serviti freddi, ma anche tiepidini sono una vera delizia!