Il giro del mondo in un panettone

panettoncino Borsari

Oggi niente ricette: per una volta Nonna Papera non si è impossessata di me e non ho voluto emulare Nigella o Donna Hay. Nei giorni scorsi, complice il contest #panettonestory promosso da IDBgroup, vi ho proposto alcune sfiziose ricette in cui il panettone è il protagonista. Il contest ci ha sfidato anche a scrivere un racconto in cui il primo attore sia sempre l’amato dolce natalizio: sfida accettata!

Pensando a mio figlio Lorenzo e sbocconcelando panettone Giovanni Cova&C. mi sono messa a scrivere: vi porto in giro per il mondo…. basta un panettoncino!

Lorenzo era un ragazzino di 9 anni, molto sveglio, curioso e vivace. Il suo passatempo preferito era la lettura: divorava un libro dietro l’altro ad una velocità incredibile e quello che risultava ancora più strano ai genitori, era che si ricordava perfettamente personaggi e trama di ogni libro che aveva letto. Adorava leggere perché, aveva detto alla mamma, questo gli permetteva di vivere mille avventure e conoscere luoghi nuovi, reali od immaginari.

regali Babbo Natale

Era fine novembre e si stava avvicinando a gran passi il Natale; un giorno, mentre Lorenzo stava leggendo un libro di avventure, la mamma lo disturbò “Lori, sta per arrivare Natale, è ora di scrivere la letterina a Babbo Natale”. Lorenzo era solito scrivere a Babbo i suoi desideri: chiedeva solitamente dei giochi, delle carte o dei Lego: non scriveva una lunga lista ma lasciava a Babbo Natale la libertà di portargli anche quello che voleva lui. “Mamma, ci ho pensato, sai; quest’anno vorrei chiedere a Babbo di regalarmi un viaggio intorno al mondo”. La mamma sgranò gli occhi: un viaggio intorno al mondo! Certo, era stata lei a trasmettere a suo figlio l’amore per i viaggi: di solito, visto che le vacanze le facevano per lo più in estate, andavano in luoghi di mare in cui, però, potevano anche visitare luoghi nuovi, interessanti e conoscere diverse usanze e culture. Ora che Lorenzo cominciava a crescere si stavano anche avventurando nella visita di alcune città europee e non: non era strano quindi che il ragazzino iniziasse ad appassionarsi ai viaggi, curioso come era.

“Tesoro, non vorrei deluderti, ma temo che non sia possibile per Babbo Natale farti questo regalo: sarebbe molto costoso e Babbo, con i suoi soldi, deve accontentare i bambini di tutto il mondo. Ma ti prometto che io e papà continueremo ad organizzare piccoli viaggi e poi… c hissà quanto viaggi farai da grande con i tuoi amic!” Lorenzo restò un po’ deluso ma capì che la mamma aveva ragione. “Va bene mamma, ma organizziamo qualcosa a breve con il mio amico Teo, come l’anno scorso Praga, ok?” E tornò a leggere e a sognare mondi meravigliosi.

il giro del mondo in un panettone

La mamma, però, era dispiaciuta di non poter esaudire un così bel desiderio e pensa e ripensa, le venne un’idea. Qualche giorno dopo tornando dal lavoro passò a prendere un piccolo panettoncino racchiuso in una splendida latta rossa natalizia. Arrivata a casa trovò Lorenzo che manco a dirlo era intento a leggere; “Lo’- disse- vieni qui ho un regalino per te; il tuo piccolo giro del mondo”. Lorenzo fece un salto giù dal divano e corse dalla mamma. Lei tirò fuori dalla borsa il panettoncino e lo diede a Lorenzo che la guardò fra il perplesso e lo stizzito “Mamma, ma cosa stai dicendo, perché mi prendi in giro?”. “Vieni Lorenzo, ti racconto una cosa” e si sedettero sul divano. Prese il panettoncino, lo scartò e lo divise con il figlio. “Mamma, non sarà il giro del mondo ma è strabuono!” disse Lorenzo.

“Vedi, Lo’- cominciò a raccontare la mamma- noi siamo abituati a pensare che il panettone sia il dolce di Milano ed è così anche se è conosciuto in tutto il mondo. Non sai però, forse che questo panettoncino è speciale perché per farlo i pasticceri hanno scelto il meglio del meglio, gli ingredienti più buoni e non tutti sono disponibili in Italia. In un solo boccone stai assaporando e sentendo i sapori della Sicilia da cui provengono le arance candite, del Nord Europa da dove arriva il burro; le farine vengono da Francia e Germania, l’uvetta dalla Turchia, la vaniglia del Madagascar. Pensa quanto mondo c’è in un panettoncino!”. Lorenzo guardò la mamma incantato, assaporò un altro boccone e già la sua mente cominciava a volare in paesi lontani e sconosciuti di cui voleva sapere e vedere il più possibile. ” Mamma, sei stata in Sicilia?” “Si, tanti anni fa in estate con papà; figurati giravamo ancora in tenda! E’ bellissima, ricca di luoghi incantati fra mari azzurri e città d’arte strepitose. Ecco a te piacerebbe un sacco la scaccia ragusana, una specie di piazza arrotolata e andresti pazzo per i cannoli. La Sicilia crescono degli agrumi buonissimi, ecco perché i canditi arrivano da lì.”

La Turchia, pensò “Non ho proprio idea di come” sia e in quatto e quattr’otto andò al computer: a scuola gli avevano insegnato come fare semplici ricerche: così cercò i luoghi da vedere in Turchia e rimase affascinato dal primo che gli capitò sott’occhio: i Camini delle Fate in Cappadocia; era un luogo perfetto, con montagne a spennacchio, per storie fantastiche di mostri ed ippogrifi. Andò anche a cercare immagini dei bambini turchi e notò che per lo più avevano folti capelli scuri ed occhi neri; vide anche foto di bambini suoi coetanei che stavano lavorando, si stupì della cosa: “Forse non tutti vanno a scuola o non solo …” Fra il perplesso ed il triste capì quanto lui era fortunato.

La vaniglia del Madagascar… tante volte aveva sentito dalla mamma nominare quel luogo: era una delle mete in cui i suoi genitori volevano andare: aveva visto anche delle foto sui depliant ma non gli bastava e così cercò anche il Madagascar. Scoprì che era un luogo dalla varietà naturale incredibile: foreste pluviali, barriere coralline, spiagge bianchissime, flora e fauna di ogni genere, perfino gli introvabili lemuri. Anche in questo caso cercò le foto dei bambini: vide volti allegri, con i capelli ricci ricci, alcuni con vestiti colorati, altri a torso nudo; li vide giocare all’aperto, studiare in capanne di legno, vivere in case semplici. Ma quello che più lo colpì era il loro sorriso contagioso: qui non potrebbe che ambientarsi una bella storia di amicizia, pensò.

Rovaniemi

Francia e Germania lo incuriosivano meno ma il Nord Europa, da dove arrivava il burro lo attirava tantissimo, soprattutto le nazioni più a Nord. C’era anche la Finlandia, la terra di Babbo Natale! Quanto gli piaceva pensare che il burro venisse proprio da lì, magari portato in Italia da una renna dedicata a questo compito! Rovaniemi lo incantò: un luogo tutto bianco, fiabesco, dove tutto parlava di Babbo Natale, dei suo folletti, delle renne, dove tutto sembrava pensato per rendere magico il Natale di tutti i bambini del mondo. Lì, in Finlandia, i bimbi erano biondi biondi, spesso con delle belle guanciotte rosse “Sarà per il freddo” pensò. Alla mente gli tornarono altri bambini bellissimi di un luogo non più in Europa, che lo incuriosivano tanto: gli eschimesi, con i loro occhi a mandorla, vestiti di pelli per ripararsi dal gelo polare: la loro vita negli igloo lo intrigava  tantissimo. Si tornò alla mente anche una poesia che la maestra gli aveva fatto imparare a memoria in prima elementare: “Gli eschimesi” di Gianni Rodari e non ricordandola più perfettamente la cercò

Strana gente, gli esquimesi:

sono di ghiaccio i loro paesi;

di ghiaccio piazze, strade e stradette,

sono di ghiaccio le casette;

il soffitto e il pavimento

sono di ghiaccio, non di cemento.

Perfino il letto è di buon ghiaccio,

tagliato e squadrato col coltellaccio.

Ed è di ghiaccio, almeno pare,

anche la pietra focolare.

Di non-ghiaccio c’è una cosa,

la più segreta, la più preziosa:

il cuore degli uomini che basta da solo

a scaldare perfino il Polo

“Sai, mamma,-esclamò- avevi ragione: racchiuso in questo piccolo panettone c’è proprio un mondo da esplorare, tante favole da raccontare e tanti bambini come me da conoscere”.

Arrivò il giorno di Natale. Come sempre la mattina si alzò quatto quatto, controllò che Babbo Natale e le renne avessero bevuto il latte e mangiato la carota che era solito lasciar loro e andò con i genitori in sala, dove sotto l’albero vide un gran mucchio di regali: la felicità fu immensa! Visto che aveva lasciato a Babbo piena libertà, era curiosissimo di sapere cosa mai gli avesse portato: trovò macchinine, puzzle, Lego, libri… regali uno più bello e gradito dell’altro. In basso, un po’ nascosto dagli altri pacchi, ce ne era uno rosso, bassino e di forma un po’ irregolare: ne fu attirato. Lo aprì e vi trovo una decina di libri, ognuno su un luogo diverso del mondo. C’era anche un biglietto scritto in bella calligrafia: era di Babbo Natale. “Caro Lorenzo, so che hai tanta voglia di conoscere il mondo e tanta curiosità per le altre culture: ti ho portato un po’ di libri così puoi cominciare a farti un’idea di luoghi lontani e meravigliosi. Ogni angolo del mondo è bellissimo e racchiude tesori incredibili e persone che hanno tanto da raccontare ed insegnare: ti auguro di poterne visitare il più possibile e di tessere tante amicizie. Magari quando viaggerai, ricordati di portare con te uno dei panettoncini che ti è tanto piaciuto: sarà bello far riconoscere ai bambini che incontrerai i sapori della loro terra attraverso un dolce fatto nella tua. Tanti auguri piccolo vagabondo!”
Tutti gli altri pacchetti ancora da scartare quasi scomparvero e Lorenzo si mise affannosamente a sfogliare i libri ricevuti.

Arrivò l’ora del pranzo e del dolce di Natale: in tavola troneggiava un panettone gigante e mangiandone la sua fetta, Lorenzo immaginava che in altre parti del mondo, in quello stesso momento, altri bambini come lui stavano mangiando lo stesso dolce. Forse però c’erano anche bambini che non festeggiavano il Natale perché di altre religioni: “Chissà quali sono i dolci delle loro, feste”, pensò; e sempre più forte era in lui il desiderio di viaggiare e di incontrarli.

panettoncino Borsari

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