“Beviamoci su!” potrebbe essere il sottotitolo giusto per questo post.
Ci sono non pochi motivi per cui potrei dirlo, alcuni che vi racconterò, altri… anche no!
Non è proprio il periodo migliore per il mio piccolo blog: latito e non poco, da lui e dai social; latita la fantasia, l’entusiasmo e la voglia di raccontare. Di solito era la sera, dopo cena, il momento dedicato al blog, allo sfogliare le riviste in cerca di nuove idee, alla lettura dei libri sempre fonte di ispirazione e di conoscenza, allo scrivre i post… Ora, una volta cenato, mi raggomitolo sul divano e, fra la perplessità dei miei familiari abituati al mio disdegno per la televisione, la faccio mia e, dopo un po’ di sano zapping, approdo a Nigella Kitchen. A volte, però, è così: ci sono i momenti di stanca, superato i quali o si prosegue più forti e motivati o “si abbandona la nave” scegliendo nuovi obbiettivi, nuovi mezzi e compagni di viaggio. Se a breve troverete il mio blog con una veste nuova, più accattivante ed allegra, vedrete foto più belle sarà perchè ho deciso di rifare il look a Frittomisto e di imparare- finalmente- a fotografare, ma soprattuto avrò deciso di proseguire con nuova linfa questa avventura. Se non accadrà… non dite che non avevo avvertito! Per ora… Beviamoci su!
La sfida n. 69 dell’Mtc proposta da Giulia Robert del blog Alterkitchen non è certo nelle mie corde: si tratta di avvicinarsi alla cucina alcolica; “ossia una sobria sfida sulla destrutturazione, sulla creatività, sulla reinterpretazione dei più famosi cocktail dell’universo mondo, in una gara all’ultimo shaker”. Per una persona semi astemia come me, non è proprio l’ideale. Non bevo, non conosco cocktail se non i più famosi, non li so fare… L’unico che bevo e con piacere è la pina colada: sarà perchè la associo inevitabilmente alle vacanze, al relax a bordo piscina dopo la giornata di mare, ai colori caldi estivi, alla spensieratezza delle vacanze… sarà perchè amo il cocco, adoro Cuba, vorrei vivere in vacanza tutto l’anno! Ma la sfida è la sfida e non si può certo saltarla. Non può che essere la pina colada a venirmi in aiuto; quindi…beviamoci su! E che pina colada sia!
Ci sono tanti altri “Beviamoci su” che potrei annoverare: vorrei vivere al mare e invece dalla finestra vedo case e cielo della grigia Milano… beviamoci su!
Dovrei stirare una catasta di panni ma la voglia non mi assiste proprio…beviamoci su!
Vorrei una vita più rilassata, senza l’eterna corsa al fare le cose, all’essere sempre ovunque … beviamoci su!
Vorrei un po’ di spensieratezza, non aver la sensazione continua di dover risolvere problemi e trovare soluzioni … beviamoci su!
E tanti, tanti altri.
Ed ora che ho bevuto su un po’ a tutto, mi “tocca” cucinare, è ora di affrontare la sfida n. 69 dell’Mtc. Ma la buona Nigella mi viene in aiuto, perchè tutto è un cerchio che prima o poi si chiude, tutto è un qualcosa che ha un suo perchè.
Nigella mi diverte tantissimo, mi diverte vedere cosa prepara: quel mix di ingredienti incredibili che usa in gran quantità, le porzioni che definire abbondanti è dir poco; mi rilassa l’allegria e la piacevolezza con cui prepara i piatti, il suo spacciare per leggero e salutare qualcosa che io definirei esattamente il contrario… A volte ci sono preparazioni, però, che mi piacciono tanto e che mi viene veramente voglia di fare, proprio come la Old rag pie a cui si ispira la mia ricetta di oggi. La sua versione è una torta salata a base di pasta fillo con feta ed erbe aromatiche, cosparsa di composto di latte e uova e con un topping delicato di miele. Io l’ho resa dolce ed alcolica usando ananas saltato in zucchero e rum, cocco e ricotta per il ripieno, un composto di latte di cocco e uova per avvolgere il tutto ed un topping di salsa di caramello al rum: che dire… mi sembra di essere a Cuba e alcolica la mie pie lo è assolutamente.
Beviamoci su!
Ingredienti della pina colda
4 cl rum bianco
9 cl succo d’ananas
3 cl latte di cocco
Ingredienti della Pina colada old rag pie (per 8 persone)
350 g ananas già pulito
150 g zucchero mascobado
20 ml rum bianco
100 g burro
270 g pasta fillo
150 g ricotta
30 g cocco disodratato
150 ml latte di cocco
Preparazione
Tagliete l’ananas a dadini di piccole dimensioni; metettelo in una casseruola antiaderente con 50 grammi di zucchero e 10 millilitri di rum. Lasciate cuocere in modo che l’ananas si ammorbidisca e prenda l’aroma del rum.
Sciogliete il burro e tenetelo da parte. Prendete una tortiera o una teglia (26 cm x 18), meglio se antiaderentem ed imburratela leggermente. Prendete un foglio di pasta fillo, spennelatelo con il burro fuso e spolverizzatelo con un po’ di zucchero; copritelo con un secondo foglio. Adagiatelo su un lato della tortiera, in modo che ne copra la metà e che si alzi sui lati fino a sbordare. Ripetete l’operazione e rivestite l’altra metà della tortiera. Spennelate con il burro fuso il fondo di pasta fillo. Mettete nella tortiera un terzo dei fogli rimasti: strappateli in pezzi abbastanza grossi, stropicciateli delicatamente e lasciateli cadere. Aggiungete metà ricotta in piccoli fiocchi qua e là, un terzo dei cubetti di ananas, una spolverata di cocco disidratato e di zucchero. Versate sopra un terzo del burro fuso rimasto. Ripetete l’operazione facendo un secondo strato di ripieno. Terminate con un ultimo strato di pasta fillo: anche in questo caso strappate dei pezzi, stropicciateli leggermente e disponeteli sulla torta coprendo bene tutta la superficie. Piegate ora i bordi di pasta fillo su se stessi e versate il burro rimanente sopra. Usando la punta accuminata di un coltello, fate due tagli orizzontali e due verticali. Sbattete le uova con il latte di cocco e versate il composto sulla torta. Fate riposare in un luogo fresco per 30 minuti prima di infornare a 200 gradi per 30 minuti.
Preparate la salsa al caramello e rum. Mettete in una casseruola con il fondo spesso 100 grammi di zucchero e lasciate sciogliere. In un altro pentolino portate ad ebollizione 50 millilitri di acqua. Quando lo zucchero si sarà caramellato assumendo la classica colorazione marroncina, unite nella casseruola l’acqua calda, aggiungete il rum rimasto e mescolte velocemente; togliete la salsa dal fuoco e lasciatela intiepidire.
Una volta cotta, togliete la torta dal forno e lasciatela raffreddare per una decina di minuti. Decorate la superficie con i dadini di ananas rimasti, il cocco disidratato e la salsa al caramello.
A mio gusto questo dolce è ancora più buono se mangiato, non dico tiepido, ma comunque appena fatto con la pasta fillo in superficie croccantissima. Se lo preparate il giorno prima o ve ne avanza- dubito!- Nigella consiglia di farlo riscaldare in forno a 180 gradi per una quidicina di minuti in modo che la pasta ritrovi la sua croccantezza: io non ho provato, per mancanza di materia prima, ma mi fido! Ah, ovviamente l’ultima scena del programma era lei che apriva il frigo di notte per prendere e mangiarsi, con la sua classica voracità, l’ultima fetta di torta rimasta.
Beviamoci su!
Ecco, il tuo "beviamoci su" mi sembra un ottimo consiglio per affrontare tante delle piccole sfide che la vita quotidiana ci mette di fronte..Tutto sommato, basta none esagerare ;)Apprezzo moltissimo che, da semi-astemia, ti sia messa in gioco con la cucina alcolica per me e la mia sfida.. e devo dire che hai scelto un'interpretazione molto originale della pina colada. Non conoscevo la old rag pie (non conosco molto Nigella, perché tutte le volte che mi viene da provare una sua torta e vedo la quantità di burro impallidisco e passo oltre), ma trovo che la tua versione dolce si adatti molto al cocktail che hai scelto, che hai destrutturato e ricomposto decisamente bene.. un'unica "critica": avrei spinto di più la componente alcolica, ma in quanto semi-astemia ti perdono!
PS: mi auguro che ti torni la voglia di blog (non dirlo a me che è da novembre che non posto), altrimenti ti verrà voglia di fare altro, magari di berci su 😉
ti capisco,perchè ormai sono tre anni che sono nella tua stessa situazione. E' un continuo berci su, qualche volta neppure troppo metaforicamente (per fortuna, almeno una minima consolazione la si trova), e l'ultima decisione che ho preso è che quando riuscirò a staccare dai tanti progetti sul web, allora e solo allora avrò la lucidità di prendere una decisione degna di questo nome. Però, Laura, nell'inventario dei pro e dei contro, mettici la tua bravura, il tuo impegno, la gioia che trasmetti quando cucini, la freschezza dei tuoi post e delle tue ricette. Questa old rag pie è la conferma, di una reinterpretazione nella reinterpretazione, frutto di una mente che non si accontenta di fermare la propria creatività al primo step, ma che ha bisogno di inseguirla e di assecondarla. ci berrei su, se decidessi di chiudere, come ho fatto mille altre volte. Ma sarebbe un enorme peccato, per tutti noi che ti seguiamo e ti leggiamo con ammirazione ed affetto. Pensaci su 🙂
Una pensata, una bevuta….un'altra pensata, un'altra bevuta. Per ora vado ad un corso di fotografia 😉 Fotografiamoci su!