Oggi si va di polenta!
Il Calendario italiano del cibo dedica la giornata di oggi proprio a questo piatto così diffuso, noto e consumato soprattutto nell’Italia del Nord. Cinzia Donadini del Bolg Essenza in cucina ci racconta, nell’articolo su sito Aifb, tradizioni, usi e ricette.
Per festeggiare la polenta, ho pensato di darle un volto un po’diverso al solito, ma solo un volto, perché il gusto, unico e semplice è rimasto immutato. Ecco, allora,degli gnocchi di polenta da intingere in una salsa al gorgonzola, qualche pezzettino di pera rosolata nel burro e due o tre anellini croccanti di porro giusto per avere un tocco in più di sapore e colore.
Non so a cosa vi faccia pensare la polenta, a me a famiglia, montagna e camino.
Nella mi famiglia di origine la polenta era apprezzatissima e la si preparava spesso proprio la domenica come simbolo di festa. Cosa un po’ buffa a pensarci visto che la polenta, un tempo, era un cibo quotidiano, grandemente consumato soprattutto dai contadini e delle famiglie meno abbienti, proprio perché saziava. parecchio e costava poco. Mia nonna raccontava spesso che nella sua famiglia numerosa e non certo ricca, la polenta c’era sempre. A cena la famiglia era tutta riunita intorno alla tavola: ognuno aveva un piatto con della polenta, mentre al centro veniva messo un uovo in cui tutti intingevano ne la propria ; solo al capofamiglia spettava un uovo intero.
A casa mia la polenta era quasi sempre accompagnata dallo spezzatino, meglio se con i funghi; mamma preparava polenta in abbondanza perché doveva avanzarne per il giorno dopo quando la si mangiava un po’ abbrustolita con l’uovo fritto, oppure “affogata” in una tazza di latte caldo.
Un segreto da dimenticare subito: una volta ne ho provato una fettina con un poco di nutella sopra…buonissima!!!!
La polenta mi ricorda la montagna e non solo perché spesso nelle baite alpine è un must ma perché la miglior polenta che abbia mai mangiato è quella preparata dalle zie di mio padre nella loro casa in montagna, al Taet. La famiglia di mio padre, lato mamma, era bergamasca ed in estate dalla casa in valle ci si trasferiva in quella in montagna. Così, passati gli anni, rimase la consuetudine di fare sempre e comunque almeno due volte all’anno la gita al Taet (non chiedetemi in che valle è perché non ne ho idea.). Qui il fulcro della cucina era il camino e, nel camino, in un meraviglioso paiolo di rame veniva cotta la migliore polenta che abbia mai mangiato: soda proprio, come piace a me, profumata di legna e con quella deliziosa crosticina che si formava tutto intorno.
I miei gnocchi non hanno quel buon profumino e saporino ma sono altrettanto deliziosi!
Ingredienti per 4 persone
250 g polenta
1 lt acqua
120 g gorgonzola
100 g panna
30 g burro
2 pere
1 porro
sale q.b.
olio per friggere q.b.
Preprarazione
Mettete a bollire l’acqua, salate e versate a pioggia la farina; mescolate spesso e cuocete per 35 minuti. Una volta pronta, lasciate intiepidire la polenta, poi, avvalendovi di due cucchiai, fare degli gnocchi:. Potete dargli una forma più allungata o più arrotondata, come più vi piace: io gli ho fatti proprio rotondi ed, in questo caso, ho lavorato la polenta anche con le mani per dagli forma.
In un pentolino mettete panna e gorgonzola a sciogliersi lentamente.
Lavate e mondate le pere; toglietene la buccia ma non tutta. Tagliatele a dadini quanto più possibili regolari. Scottatela con del burro ma senza cuocerla eccessivamente: deve restare ben al dente.
Lavate il porro e prendetene solo la parte centrale bianca, tagliatene alcune rondelle, separatene gli anellini e tamponateli delicatamente in modo che siano ben asciutti. Friggeteli in abbondante olio in modo che diventino ben croccanti; scolateli su carta assorbente in modo che l’olio in eccesso venga eliminato.
Potete ora preparare i vostri piatti. Mettete sul fondo la salsa al gorgonzola, adagiatevi sopra 3 o 4 gnocchi, al centro i dadini di pera con un poco del burro di cottura ed, infine, decorate ed insaporite con il porro croccante.
La polenta è uno di quei piatti che parla proprio di famiglia, io mi ricordo che da ragazzina ( non molto a volte lo faccio ancora) ruba o un po' di polenta dal paiolo e la mangiavo in una tazza con un po' di latte freddo che si riscaldava con la polenta bollente … un po' un'antipastoSimpaticissima la tua idea di proporla come gnocchi e con il gorgonzola erano sicuramente meravigliosiGrazie un saluto Manu
Sono meravigliosi e sicuramente buonissimi i tuoi gnocchi di polenta. 😛
Cara Laura devo dire che reinterpretare la polenta con questo bel "vestitino" mi mette una voglia pazzesca di prepararla sai? Si vede che il tuo lato 25% di sangue bergamasco reclama il suo spazio!Anche a me la polenta fa montagna, e soprattutto famiglia.Grazie di questo contributo che reinterpreta la polenta magnificamente!
Wow! Sono talmente abituata a mangiare la polenta nei soliti modi che non ho mai pensato di farci degli gnocchi. Bella idea!